Giovannipio Gravina | L’IMPATTO DI IOS 14: SOLO IL 13% DEGLI UTENTI ACCETTA DI FARSI TRACCIARE A FINI PUBBLICITARI
I dati di Flurry confermano le preoccupazioni degli operatori sulle conseguenze delle nuove impostazioni sulla privacy introdotte dal nuovo sistema operativo di Apple
Il mercato pubblicitario era in fermento da tempo, e i primi dati su iOS 14.5 sono eloquenti: solo il 13% degli utenti che hanno aggiornato l’iPhone all’ultima versione del sistema operativo accetta di farsi tracciare dalle App per ricevere pubblicità personalizzata. Percentuale che scende al 5% negli Stati Uniti.
I dati - aggiornati quotidianamente - sono di Flurry Analytics, società di misurazione che copre oltre un milione di applicazioni e 2 miliardi di dispositivi a livello globale, e confermano le preoccupazioni degli operatori del mondo dell’advertising sull’impatto di iOS 14.5.
Con il
rilascio dell’ultima versione del sistema operativo di Apple, lo scorso 26
aprile, le app per iPhone e iPad non possono più fare affidamento “di default”
sull'Identifier for Advertiser (IDFA) di Apple per monitorare gli utenti per
scopi di targeting e pubblicitari, ma devono chiedere agli utenti il permesso
esplicito di raccogliere dati di tracciamento (opt-in).
Ciò
significa che ogni utente può gestire la propria esposizione online, concedendo
o impedendo alle singole app di tracciare le proprie attività online. E come
prevedibile, di fronte a questa scelta la maggior parte
dice di no. Dal 26 aprile, quando Flurry ha cominciato a monitorare i
tassi di opt-in, la percentuale di utenti con a bordo iOS 14.5 che ha negato il
permesso al tracciamento alle singole app è oscillata tra l’85% e il 90% a
livello globale, negli USA addirittura tra il 94% e il 98%.
E, senza
tracciamento, diventa molto più difficile proporre inserzioni
pubblicitarie centrate sugli interessi degli utenti (oltre
che eseguire strategie di attribuzione efficaci)
attraverso applicazioni e network che non dispongono di opzioni diverse per
identificare i visitatori, per esempio dati di log-in. Insieme alla necessità
del consenso, peraltro, il nuovo sistema operativo proibisce anche alcuni
espedienti, come il fingerprinting per dispositivo, che gli sviluppatori a
volte utilizzano per tracciare gli utenti che non hanno rilasciato il consenso.
Il rischio è che
in questo modo le campagne mobile perdano appeal ed efficacia, anche se iOS in Italia ha un peso di circa il 16%,
contro l’83% di Android che - perlomeno per ora - è più
permissivo in termini di tracciamento rispetto all’ecosistema della Mela. Nel
2020, secondo gli ultimi dati degli Osservatori del Politecnico di
Milano, la pubblicità sui dispositivi mobili in Italia valeva 1,9
miliardi di euro, un dato in crescita del 9% rispetto al 2019.
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